Come anticipato nel precedente articolo, potremmo durante le uscite di nw proporre piccoli esercizi che migliorano l'efficienza visiva, sia di coloro che portano una correzione (ametropi), sia di chi vede bene (emmetropi).
L'acuità visiva è infatti solo una delle abilità visive.
Se non sono presenti movimenti corretti degli occhi, messa a fuoco efficiente (accomodazione), collaborazione tra i due occhi, percezione selettiva, ...i 10/10 serviranno ben poco.
Provate a pensare a quando, durante una passeggiata, ci avviciniamo ad un bivio.
Lo sguardo che normalmente durante il cammino fluttua tra il panorama e 2-3m davanti ai nostri piedi (per controllare che non vi siano ostacoli) si sposterà sul bivio stesso. Gli occhi convergeranno sull'eventuale cartello, accompagnati dal movimento del capo e se la distanza lo richiede vi sarà un aggiustamento della messa a fuoco.
Nel frattempo le informazioni provenienti dalla periferia del nostro campo visivo (insieme a tutti gli altri recettori del nostro efficiente sistema), ci consentiranno di mantenere la direzione corretta del cammino e l'equilibrio, anche se non stiamo guardando esattamente dove stiamo andando.
Una volta che l'immagine del cartello e le lettere stesse sono state riconosciute, interpretate e registrate e quindi dopo aver deciso ed intrapreso la nuova direzione, gli occhi nuovamente si rilasseranno pronti per nuovi panorami e splendidi orizzonti.
Ma siamo sicuri di far tutti così? Qualcuno di noi cammina con i “paraocchi” e mantiene per gran parte del tempo lo sguardo davanti ai propri piedi.
Accade infatti che quando per necessità ci abituiamo a inibire le informazioni che arrivano dalla periferia, spesso continuiamo a farlo anche quando non serve (vedi 1.parte), perdendo così grandi quantità di informazioni che possono aiutarci con l'orientamento l'equilibrio e non ultimo, il rilassamento. Di certo non possiamo fare gli educatori visivi, ma al fine di rilassare i nostri compagni di cammino e migliorarne equilibrio e percezione, possiamo provare a proporre qualche facile esercizio.
Intanto per riprendere l'attenzione verso il proprio corpo utilizziamo una delle tecniche più antiche: focalizziamoci sulla respirazione. Non cerchiamo di cambiarla, di calmarla ma ascoltiamola. A questo punto proviamo a sincronizzare il passo con il respiro; se necessario rallentiamo l'andatura. Ad esempio possiamo inspirare per 2 passi ed espirare per 2, ma è giusto che ognuno trovi il proprio ritmo.
Ora mantenendo lo sguardo ad almeno 3-4 m di distanza (così da non sollecitare troppo la messa a fuoco) concentriamoci sulla percezione periferica, cioè sulla zona in realtà sfocata che si trova attorno al punto di osservazione. Non si tratta quindi di spostare lo sguardo ma di polarizzare l'attenzione sulla periferia del nostro campo visivo. Nel tempo vi accorgerete quanti particolari in più si possono acquisire e come si amplierà la vostra visione periferica.
Un altro piccolo esercizio.
Spostate lo sguardo alternativamente a destra e sinistra ogni 3 passi cercando un particolare a 3-4m di distanza da voi. Questo particolare lo dovrete osservare con attenzione. Non deve essere un vedere superficiale ma una reale acquisizione di informazioni. Ciò servirà a migliorare i movimenti rapidi e l'attenzione visiva.
Inseguimento.
Ora cercate ad una decina di metri un sasso, una foglia qualsiasi cosa da osservare e mantenete lo sguardo su questo finchè non lo sorpassate e quindi cercate un nuovo obiettivo. Così facendo utlizzerete i movimenti lenti di inseguimento e in piccola quantità l'accomodazione.
Questi semplici giochi/esercizi vanno eseguiti per 2-3minuti. Mentre li fate sollecitate l'attenzione visiva, cercate di osservare come cambiano i colori, le ombre. Cercate di notare i rumori, dal canto degli uccelli al calpestio delle vostre scarpe e se possibile continuate a sentire il vostro respiro.
Molti altre attività potrbbero essere proposte, ma credo che questo sia un buon inizio per tornare ad una visione naturale senza “paletti”, più pronta ed elastica, quella che avevamo da bambini.